Son un fumettista e illustratore nato a Lucca nel 1991, in questi anni ho pubblicato i miei disegni e le mie storie a fumetti su una marea di riviste autoprodotte e non, dal 2014 curo l’organizzazione del festival Borda!Fest – Produzioni sotterranee, attualmente sto lavorando al mio primo libro a fumetti, scritto insieme a Francesco Catelani, in uscita per BD Edizioni nell’autunno 2020.
 
Ciao Federico, di solito ogni artista ha sempre il suo nome d’arte, tu perchè no?
 
Ma secondo voi mi chiamo davvero Federico Fabbri?
 

Da quanto tempo disegni? 
 
Disegno da quando sono bimbetto, come quasi tutti. Da cinque/sei anni mi illudo che sia il mio lavoro.
 
Qual è la tua maggiore fonte di ispirazione?
 
Disegnare è una cosa che mi viene talmente naturale e che mi piace così tanto che mi riesce difficile ragionare su cosa mi ispiri, se non disegno è più per mancanza di voglia che di ispirazione.
M’ha sempre suonato strano questo concetto, sembra quasi una cosa magica, che qualcuno ce l’ha qualcuno no, sembra che devi essere ricco e viaggiare tanto per trovarla, io sono per la redistribuzione dell’ispirazione e per l’abolizione del talento.
Comunque ti direi che la trovo nell’andare a giro, nel ragionare con le persone, nella tensione, nel conflitto, nella possibilità di immaginare qualcosa di diverso da quello che vedo e che vivo.
 
Hai sempre disegnato fumetti o ci sei arrivato per qualche motivo in particolare?
 
Ci sono arrivato leggendone un sacco da quando sono piccolo, ho avuto la fortuna di crescere in una casa piena di fumetti, quelli che leggevano i miei, quindi un sacco di numeri di Linus, Frigidaire, Totem, Corto Maltese e tutte quelle riviste spettacolari che uscivano tra i ’60 e gli ’80.
 
Ma da leggerli a farli c’è un mare.
 
Da un punto di vista professionale ho sempre lavorato di più come illustratore, ultimamente sto capendo un po’ meglio come utilizzare il linguaggio del fumetto e come costruire delle storie ed è stimolante scoprirne le varie possibilità quindi credo proprio che continuerò in questa direzione.
 
Sei di Lucca, hai vissuto a Roma ed ora sei trapiantanto a Palermo; cosa ti hanno dato e cosa ti hanno tolto tutte e tre?
 
Lucca mi ha dato i natali, la famiglia e le persone più care, spesso mi ha tolto la voglia di vivere.
 
Roma è una città che amavo tantissimo già prima di abitarci, ma sono stato lì per un periodo troppo breve, vorrei tornarci prima o poi.
 
Palermo ora come ora è la mia casa, qui sto bene, ma mi sento spesso lontano da tutto. È difficile fare una valutazione, sono tre anni che giro come una trottola e mi trovo bene così.
 
Perchè se le pile del telecomando si scaricano cerchiamo di risolvere spingendo i tasti più forte? 
 
Perché non abbiamo ancora capito che alle macchine bisogna fargli le carezze e dargli i bacini.
 
E’ più difficile realizzare una buona idea o convincere gli altri che l’idea da realizzare è una buona idea?
 
La prima.
 

gente federico fabbri

Cosa pensi del legame tra arte e politica? E’ qualcosa di necessario o ne potremmo fare anche a meno?

 Mi pare un legame indissolubile, quando si fa arte la politica non c’entra solo nel contenuto, ma anche in tutto ciò che le sta intorno, il modo in cui decidi di produrre, riprodurre e diffondere quel che fai ha per forza un valore politico, lo sappiamo bene noi altri pazzi che facciamo autoproduzione e che frequentiamo questi giri.
 
I festival indipendenti sono la migliore risposta a questa domanda, momenti in cui l’arte viene socializzata e de-mercificata.
 
Per il resto, date le mie esperienze, la vita che faccio e le idee che ho, mi viene naturale far trapelare nei disegni e nelle storie la mia visione politica, a volte in modo più esplicito, altre volte meno.
 
Dacci una top five dei miglior fumetti/illustrazioni
 
Ti dico quelli che nell’ultimo periodo guardo di più e mi stimolano di più: Tommi Musturi, Marco Corona, Srita Cobra , Martin Lopez Lam, Gabriel Delmas, Tyler Landry …sono troppi.
 
Invece degli autori a cui devo qualcosa sono sicuramente Charles Burns, Daniel Clowes, Robert Crumb, Gilbert Shelton, Bad Trip, Jim Woodring, Andrea Pazienza, Ratigher.
 
Me ne avete chiesti cinque e ve ne ho detti quindici, vabbè.
 
 Chi è più French tra te e Wuarky?
 
 Io sono più marsigliese, lui più parigino. Ciao Wuarky mi manchi!
 
Fai parte del collettivo che organizza il BordaFest! ormai da diversi anni, vuoi dirci cosa rappresenta per te? Spesso siete stati sotto “attacco” dalla stampa, un’altra volta dalle istituzioni, a volte dai Topidifogna aka fascidemmerda, beh significa che state facendo un buon lavoro, o sbaglio?
 
 Il Borda!Fest è qualcosa che abbiamo cominciato a fare quasi per caso, in un modo ingenuo e scellerato e poi ci stiamo trovati tra le mani un progetto che ha attraversato e attraversa le nostre vite per anni (quest’anno è il settimo, se la quarantena non dura all’infinito), anticipando seppur di poco tutta l’ondata di festival di autoproduzione nati negli anni successivi. 
 
È bello pensare di aver messo in relazione una piccola città di provincia come Lucca con una rete di persone di tutta Italia e aver portato in città una marea di cose tra fumetto, illustrazione e musica.
 
Il Borda!Fest è una cosa che mi rende molto felice e allo stesso tempo mi imparanoia come nient’altro, questa cosa di dover fare un’edizione all’anno a volte sembra una condanna, ma è tutta fatica sempre ben ripagata.
Spesso penso che sia l’unica cosa utile che ho fatto in vita mia, magari gli do troppo peso, ma sicuramente tutto questo pazzo circo dell’autoproduzione mi ha proprio cambiato l’esistenza, in meglio. In quanto ai mille problemi ricorrenti con fasci, sbirri e governanti…eh! Stiamo facendo una cosa giusta nel posto sbagliato e in un momento storico non proprio roseo, però siamo in ballo e promettiamo che il Borda!Fest andrà avanti a dritto come sempre.
 
Nonostante tutto questo, a Lucca avete messo in piedi anche una squadra di calcio popolare:  la “Trebesto”. Come è nata quest’idea?
 
Non voglio prendermi meriti che non ho, io sono un semplice tesserato della società Calcistica Popolare Trebesto e non vivendo a Lucca da qualche anno non ho preso parte alla fondazione di questa realtà, vado a tifare le poche volte che torno.
 
L’idea di mettere su una squadra di calcio popolare lucchese è nata da alcun* compagn* che hanno avuto l’ottima idea di coniugare la loro passione per il calcio con una certa visione anticapitalista e antifascista.
 
Proprio in questi giorni il progetto ha festeggiato il secondo anno di età e da questo anno è stata messa su anche una squadra femminile. Questa realtà ha saputo coinvolgere un bel po’ di gente e ha rimesso insieme un pezzettone di compagneria cittadina che negli ultimi tempi era rimasto vittima di quel deserto che è Lucca, inoltre ha messo la città in collegamento con altre realtà italiane di sport popolare.
 
Gli auguro tutto il bene, alè Trebesto alè!
 
Hai mai partecipato a festival indipendenti all’estero? Quali sono le differenze sostanziali, se ci sono, che hai notato con quelli che si tengono qui in Italia?
 
Si, l’anno scorso ho partecipato al Tenderete a Valencia, una situazione molto divertente con un sacco di artisti e artiste da tutta la Spagna e anche da fuori.
 
Non saprei dire se ho visto grandi differenze con i nostri festival, dovrei vederne di più per poter fare un paragone, sicuramente c’era la solita aria di festa che si respira da noi. Poi la Spagna è tutto sommato un paese simile al nostro, mi piacerebbe tornarci, ma soprattutto mi piacerebbe vedere cosa combinano fuori dall’Europa.
 
Come stai affrontando quest quarantena? pensi questo periodo influirà sui tuoi lavori?
 
La quarantena mi sta facendo uscire di cervello.
Sta venendo a galla tutto lo schifo possibile, mi consolo pensando a quando finirà, ghigliottineremo quelli di confindustria e instaureremo il cybercomunismo disegnato globale.
 
Per me, come per tanta gente che disegna, il lavoro da casa e l’autoisolamento sono la normale routine, ma in questa situazione viene più voglia di farsi esplodere che di disegnare.
 
Credo che sia la situazione più strana che ci siamo trovati a vivere, sarà proprio uno spartiacque tra il prima e il dopo, è un casino, oscillo tra la paranoia catastrofista e la voglia di spaccare tutto che tra l’altro è la mia condizione mentale a cose normali.
 
Come ti immagini tra vent’anni?
 
Allora, tra vent’anni c’avrò 49 anni: madonna impestata. Come ora mi dispero per l’arrivo dei 30, credo mi dispererò per l’arrivo dei 50. Mi vedo in cima a una rupe insieme ad altri vecchi mentre guardo quelli che ora hanno 3 anni (e che tra vent’anni ne avranno 23) gioire perché hanno finalmente ribaltato questo stronzo mondo, e godo.
 
 
Cibo preferito?
 
Potrei tranquillamente vivere mangiando solo pasta, ti dico la mia top three: anelletti al forno – pasta alla norma – carbonara. Italiano vero 100% w il tricolore.
 
 
Libro preferito?
 
Bel casino, ultimamente leggo più che altro fumetti (che non so se contate nella categoria libri) o saggi (che magari son belli, ma non so se li metterei tra i miei libri preferiti), quindi ci faccio la figura di quello che non legge e non vi dico nulla, ciaooooo.
 
 
Vitagrama…cosa ti viene in mente quando pensi a questa parola
 
A voi altri bischeri, alla maglietta nera che ho addosso in questo momento e alla vita del cazzo che ci tocca vivere.
 
 
Facci una domanda
 
Vi annoiate eh?
 
Nooo, si vede?
 
 
Per visionare i lavori di Federico o per contattarlo visita la sua pagina facebook Federicco Fabbri