Borda Fest! Produzioni sotterranee
Siamo giunti alla fine di quest’ennesima rubrica che ha visto alternarsi, intervista dopo intervista, una parte della Rete dei Festival legati al mondo dell’autoproduzione.
Vorremmo ringraziare tutti i folli che hanno risposto alle nostre interviste, sia per aver accolto la nostra iniziativa, ma soprattutto perchè senza di loro, senza le varie individualità, collettivi o associazioni che siano, il mondo dell’autoproduzione sarebbe molto più triste e solo.
Purtroppo, per questione di tempo non siamo riusciti ad intervistare tutte le altre realtà: Olé, Sputnik, Ratatà, Inchiostri ribelli e tante altre che magari stiamo dimenticando ma che sono parte integrante di questo percorso, in salita si, ma bellissimo, che è l’autoproduzione.
Per finire in bellezza vi raccontiamo un po’ del Borda Fest di Lucca, insieme a Federico Fabbri.
Ciao Federico, vuoi raccontarci un po’ del Borda Fest!?Quando è nato e quali sono stati i motivi che vi hanno spinto affinchè uscissero fuori dal tombino quelle che chiamate “Produzioni Sotterranee” ?
Ciao! A Lucca, come in tanti sapranno, ha sede da circa cinquant’anni Lucca Comics & Games, un’enorme fiera che partendo dal fumetto è diventato un maxi-evento che abbraccia anche il mondo del videogioco, cinema, gadget, cosplay, board game e un sacco di altra roba. Negli anni abbiamo visto una vertiginosa trasformazione da festival culturale a supermercato dell’intrattenimento mainstream che permea tutti gli spazi della città. Per anni abbiamo convissuto in silenzio con questa megamacchina capitalista che, come tutti gli eventi di tale portata, genera turistificazione e gentrificazione della città, lavoro mal pagato ed una totale mercificazione della cultura e delle forme di espressione. Nel 2014, per combattere questa tendenza ed offrire un’altra idea di festival e di mondo, abbiamo dato vita al Borda!Fest, un festival autofinanziato e indipendente dove non si paga né per entrare né per esporre e che da voce alla comunità dell’autoproduzione e della cultura sotterranea.
Lucca è una città che anche culturalmente ha molto da dare, purtroppo però nei giorni del Lucca Comics si trasforma quasi in un centro commerciale all’aperto dove il consumismo la fa da padrone.
Molti colossi del fumetto e cinema, con le loro installazioni, depredano anche il bellissimo paesaggio della vostra città, ma i lucchesi come vivono questa manifestazione? C’è complicità nella maggior parte dei casi o comunque oltre al Borda, esistono altre situazioni di lotta che emergono durante la manifestazione?
La maggior parte della cittadinanza lucchese mal sopporta l’invasione dello spazio urbano che mette in atto LC&G, c’è addirittura chi si sposta per affittare casa sua al pubblico della fiera. Il discorso ovviamente cambia per chi ha qualcosa da guadagnarci cioè i padroni di bar, ristoranti, alberghi e affittacamere. L’amministrazione e il festival stesso spingono continuamente un discorso legato al prestigio della città: il cittadino dovrebbe sentirsi orgoglioso di ospitare una manifestazione così importante, ma nella maggior parte dei casi abitare a Lucca in quei giorni significa trovare una marea di traffico, polizia ovunque (plotoni di guardie che controllano le porte delle mura in una specie di riassetto medievale) e impossibilità di vivere la città se non in un’ottica di consumo. Il vantaggio è lavorare in nero per pochi spiccioli in un ristorante del centro oppure lavorare direttamente nello staff di Lucca Comics con contratti ridicoli. Proprio per quest’ultimo motivo è nato l’anno scorso il collettivo Lucca Crepa che ha portato avanti un’importante battaglia di denuncia verso Lucca Crea (la società organizzatrice di LC&G) facendo emergere tutto il marcio riguardo le paghe dei loro lavoratori e lavoratrici. Noi del Borda!Fest invece portiamo avanti una lotta sul piano culturale, nella forma e nei contenuti de festival. Li abbiamo accerchiati!
Molti fumettisti o illustratori che hanno partecipato al Borda o che comunque partecipano attivamente allo stesso, si ritrovano a fare presentazioni anche all’interno del Lucca Comics. Cosa ne pensate di questo “scambio” che avviene tra i due festival?
È abbastanza normale che questo succeda, LC&G è il maggior evento legato al fumetto in Italia, quindi attira tutte le persone addette ai lavori. Ed è pure frequente vedere autori e autrici alternarsi tra pubblicazioni con editori ed autoproduzione, senza la nostra presenza a Lucca probabilmente emergerebbero soltanto le prime di queste due. Se da un lato il nostro festival va a completare l’offerta culturale di LC&G, dall’altro vogliamo evitare assolutamente di diventarne un satellite, quindi negli ultimi anni stiamo cercando di dare meno spazio ai libri pubblicati da case editrici e concentrarci su quello che si muove nel nostro mondo, quello del do it yourself, per dargli più dignità e importanza.
Da quello che abbiamo visto, nella vostra città c’è molto fermento artistico, vuoi parlarci o comunque segnalarci qualche realtà presente nella vostra città?
Sono contento che abbiate questa percezione, speriamo che questo fermento aumenti sempre di più! Sicuramente ci siamo io e il resto della Borda!Gang: l’illustratore/grafico/fumettista Mattia Pagliarulo, Clarissa Baldi, Giulia Menicucci che fa fotografie, mio fratello Dario Fabbri che scrive. Mi auguro che il Borda serva a dare una spinta in questa direzione, negli anni un po’ di ragazzi e ragazze si sono lanciati nell’autoproduzione e partecipano al festival, mi vengono in mente Martino Santori, la rivista Fitti Fatti, Elisa Matteoli, per citarti qualche nome. Anche sul versante musicale ci sono i Cruel Experience che hanno suonato da noi diverse volte, Boy Rebecca che ha suonato nell’edizione passata e tutta la cricca di Toscana Punk Rock che da anni tiene viva la scena punk a Lucca.
In questi giorni è uscito il comunicato firmato da tutta la Rete dei Festival Autoprodotti circa la situazione che oggi i vari festival si trovano ad affrontare.
Una prima risposta a questo comunicato è stata data dai/lle ragazzi/e dell’Olé festival che domenica 31 maggio hanno dato vita alla quarta edizione “Segnale” completamente in streaming su RadioSpore.
Abbiamo ascoltato la diretta dell’evento, certo un po’ anche con il magone, ma di sicuro è stato un segnale forte per dire che le autoproduzioni, i festival autoconvocati, i collettivi che ruotano intorno ad essi, non si fermano davanti a nulla e anche se in altri modi e pratiche vanno avanti.
Cosa dobbiamo aspettarci per il Borda Fest di quest’anno?
Proprio in questi giorni stiamo ufficializzando la notizia che l’edizione del 2020 salterà. La decisione è nata da una presa di posizione molto chiara: non abbiamo intenzione di adattare il Borda!Fest a questa nuova normalità che ci è imposta dall’emergenza covid. Sono anni che parliamo di network tra artisti e artiste, di festival come luogo di incontro e ci sembrava impossibile e antitetico immaginare il festival senza momenti di aggregazione e sottoposto al distanziamento sociale. Non esiste il Borda!Fest senza uno spazio pieno di gente, di banchetti, di disegni, di fanzine e di affetto. Quest’emergenza ci ha messo nell’impossibilità di fare progetti a medio/lungo termine, non sappiamo come sarà la situazione in autunno, ma non possiamo permetterci di organizzare tutta l’edizione e poi ritrovarci a non poterla mettere in pratica.
Per ora posso dirvi che abbiamo lo stesso intenzione di fare qualcosa, l’idea di talk e musica in streaming come ha fatto Olé potrebbe essere una buona alternativa al restare totalmente in silenzio. Vi aggiorneremo!
Nel frattempo, con tanta eccitazione stiamo partecipando a questo percorso collettivo con gli altri festival che avete citato, ci sono tante cose in ballo e tra poco ci rifaremo vivi…keep on fighting!