Inchiostro Lisergico – rigore e caos
Sono nato a Bolzano, vivo a Bologna e mi sono laureato in Grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti.
Suono il basso in tre gruppi: Ferum, Hyle e un terzo ad oggi senza un nome.
Disegno, incido e stampo prevalentemente per l’universo dell’underground musicale.
Faccio parte del collettivo di XM24 che organizza Olé-Oltre L’Editoria a Bologna.
Colleziono vecchie radio e sistemi di illuminazione elettrica. Segretamente sogno di diventare come i serpenti.
Da molte cose a dire il vero.
Dipende dall’intenzione del disegno per lo più, se faccio un’ illustrazione per una band è inevitabile che mi influenzi la loro musica, per il resto spesso capita che mi influenzino i film che guardo o qualche fotografia che scatto e poi ripesco dopo qualche tempo. Quasi mai, e questo è abbastanza curioso, prendo spunto da altri disegni.
In Italia sicuramente è Andrea Mozzato/Officina Infernale, che seguo ma moltissimo tempo e ho avuto il piacere di conoscere di persona due anni fa a XM24 durante Olé Festival. Ha un modo di disegnare e non-disegnare molto diverso dal mio, anche se segretamente spero di avere prima o poi il coraggio e il gusto per fare qualcosa del genere (c’è anche un mezzo progetto in cantiere su quella scia, ma non voglio stra parlare, vedremo).
Fino a poco prima che la casa di XM24 venisse blindata e in parte distrutta ho fatto parte del collettivo Frigotecniche, un collettivo di sperimentazione musicale che promuoveva la musica dal basso verso il basso, le mescolanze occulte di diverse correnti e messaggi politici legati spesso ma non solo al mondo musicale, non a caso tutti i concerti organizzati dal collettivo avevano un obbiettivo di benefit per la moltitudine di realtà valide e intelligenti a Bologna, in Italia e talvolta in Europa. Ricordo benissimo il “motto” del collettivo, che fu la ragione per cui mi interessai a partecipare attivamente all’interno di XM invece che limitarmi ad attraversarlo: “For passion, not for business.
Mi immagino tutto pazzo, con un laboratorio/casa simile alla discarica di Guantanamo, pronto a fare una serie di cose sconnesse tra di loro che ad un certo punto funzionano (un altro insegnamento di XM24 che porto nel cuore).
Per quanto riguarda il DIY legato al mondo dell’illustrazione, stampa, disegno, fumetto ed editoria posso dirmi felicemente stupito dalla rete che si sta creando in questi anni, non sono solito essere ottimista ma devo dire che tutto il proliferare di festival e di rapporti personali che si stanno creando non possono farmi pensare altro che ad un aspettativa molto interessante per l’underground italiano.
Era un cartello di “svolta a sinistra”, che uso tutt’ora come tavolino, inchiodato sulla seduta di una sedia a cui ho segato lo schienale. Però ora che me lo ricordi devo andare ad inchiodarlo di nuovo, balla troppo.
Ovviamente ora è sommerso da adesivi (compreso il vostro), quindi il fatto che sia un cartello stradale rimane solo un mio ricordo.
Ho capito molte cose, più su di me che sugli altri.
Sono dei mondi a sè stanti, con la fortuna e casualità di girare intorno allo stesso sole, la stampa.
La serigrafia ha il dono di essere facilmente praticabile anche a casa propria, e una grandissima soglia di errore che adoro. Non è inusuale che spesso le persone rimangano più attratte da alcune stampe “errate” (con qualche sbavatura o troppo scariche) con un mio certo stupore, anche se in realtà quando sono io a guardare o voler scegliere di acquistare una serigrafia capita che mi attiri una stampa leggermente differente dal risultato standard.
Personalmente la mia routine non è cambiata drasticamente, disegnando sono abituato a passare il tempo in casa da solo, basta la musica, un pacchetto di sigarette pieno e qualche birra in frigo. Collettivamente, invece, penso che cambieranno molte cose in futuro.
Non vorrei sembrare un allarmista depresso, ma è quello che sono, perciò penso che una reclusione forzata in casa come questa sia da affrontare su tre diversi aspetti.
Non vorrei dire alla gente “ve lo avevamo detto”, ma ve lo avevamo detto. In una (utopica) società auotgestita non sarebbero serviti decreti e leggi restrittive, al loro posto ci sarebbe stato il buon senso e la coscienza collettiva.
Non è un caso che per tutte le realtà autogestite (che francamente, se ne sbattono idealmente dei decreti, nel senso legale del termine) abbiano autonomamente deciso di fermare temporaneamente le proprie attività, a fronte di una epidemia, non di una legge che lo impone.
Per visionare la collaborazione tra Inchiostro lisergico e Vitagrama segui questi link: Antifa e Corvo
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