Sono nato a Bolzano, vivo a Bologna e mi sono laureato in Grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti.
Suono il basso in tre gruppi: Ferum, Hyle e un terzo ad oggi senza un nome.
Disegno, incido e stampo prevalentemente per l’universo dell’underground musicale.
Faccio parte del collettivo di XM24 che organizza Olé-Oltre L’Editoria a Bologna.
Colleziono vecchie radio e sistemi di illuminazione elettrica. Segretamente sogno di diventare come i serpenti.

Inchiostro Lisergico, perchè?
 
Ci sono disegni che creano delle suggestioni e altri che creano allucinazioni, io spero di rientrare nella seconda categoria.

Da cosa prendi spunto per i tuoi lavori?

Da molte cose a dire il vero.
Dipende dall’intenzione del disegno per lo più, se faccio un’ illustrazione per una band è inevitabile che mi influenzi la loro musica, per il resto spesso capita che mi influenzino i film che guardo o qualche fotografia che scatto e poi ripesco dopo qualche tempo. Quasi mai, e questo è abbastanza curioso, prendo spunto da altri disegni.

Per la copertina del Zolfo ad esempio (che è un’incisione) ho ripescato una vecchia foto fatta al cimitero di Venezia che calzava a pennello con il loro concept.
Per le illustrazioni dei Marnero (di cui una stampata da voi) non mi è servito nient’altro che abbandonarmi ai testi di Nico.
 
Artista preferito?
 
Che domanda complessa. Non è possibile averne uno solo, sarebbe come chiedermi di scegliere una sola band da ascoltare per tutta la vita.
In Italia sicuramente è Andrea Mozzato/Officina Infernale, che seguo ma moltissimo tempo e ho avuto il piacere di conoscere di persona due anni fa a XM24 durante Olé Festival. Ha un modo di disegnare e non-disegnare molto diverso dal mio, anche se segretamente spero di avere prima o poi il coraggio e il gusto per fare qualcosa del genere (c’è anche un mezzo progetto in cantiere su quella scia, ma non voglio stra parlare, vedremo).
 
Fuori dalla penisola i primi nomi che mi vengono in mente sono immediatamente Richey Beckett e Mark Riddick, che è un pò come dire che mi piace il sole di notte. Richey è così grafico e gentile nelle forme da fare imbarazzo, Mark sarebbe in grado di disegnare il peggiore degli incubi e renderlo ancora più spaventoso. Sono entrambi, per motivi diversi, una grandissima fonte di ispirazione per me (e tutti e due lavorano nel mondo della musica, un caso?). Al di fuori dell’illustrazione nel senso più stretto del termine c’è sicuramente John Baldessarri, per cui non basterebbe questa intervista per elencarvi i motivi della mia ammirazione.
 
Sei anche un musicista, ci dai una top 5 degli album che più ti fanno schifo?
 
(haha) Aiuto, anche se sono un criticone tendo ad evitare ciò che non mi piace, e fortunatamente tendo a scordarmelo in fretta. Posso però tranquillamente fare una top 5 degli artisti insopportabili in cui sicuramente ci sarebbe Lucio Dalla al primo posto. Non chiedetemi perchè, sono sicuro che è stata una bravissima persona e avrà inciso della musica leggendaria ma non posso farci nulla, lo odio, e mi sta ancora più sul cazzo da quando è morto. I Queen sono il gruppo più sopravvalutato della storia, fine della discussione. Vasco Rossi mi starebbe simpatico in overdose. Il momento migliore della carriera degli Oasis sono stati gli ultimi cinque minuti del loro ultimo concerto a Bolzano, in cui hanno detto che si sarebbero sciolti. Al quinto posto metterei tutti i gruppi che suonano un tipo di musica prettamente nata nel e per l’underground e che per qualche ragione hanno aperto e disossato il loro fondo schiena in TV, umiliandosi per sempre e deludendo tutta la scena a cui fino a poco tempo prima appartenevano.
 
Fai parte del collettivo di XM24 di Bologna. Un posto che abbiamo nel cuore, ma soprattutto è stato per anni una roccaforte dell’underground italiano.  
Abbiamo seguito tutte le vicessitudini legate allo sgombero, tutti i metodo creativi di resistenza che avete portato avanti: i graffiti che vi siete autocrossati, la piscina, la nuova occupazione. Quello che ti volevamo chiedere è: tutto ciò ha sicuramente avuto un risvolto negativo per tutta la scena bolognese e non, ma ci sono per te degli aspetti positivi che sono venuti fuori, o che verranno, da tutto questo marciume che vi ha circondato?
 

inchiostro lisergico

Fino a poco prima che la casa di XM24 venisse blindata e in parte distrutta ho fatto parte del collettivo Frigotecniche, un collettivo di sperimentazione musicale che promuoveva la musica dal basso verso il basso, le mescolanze occulte di diverse correnti e messaggi politici legati spesso ma non solo al mondo musicale, non a caso tutti i concerti organizzati dal collettivo avevano un obbiettivo di benefit per la moltitudine di realtà valide e intelligenti a Bologna, in Italia e talvolta in Europa. Ricordo benissimo il “motto” del collettivo, che fu la ragione per cui mi interessai a partecipare attivamente all’interno di XM invece che limitarmi ad attraversarlo: “For passion, not for business.

 
“Dopo lo sgombero di via Fioravanti c’è stata un’altra occupazione, quella della Caserma Sani che, seppur abbia avuto vita breve, ha dato la forza a chi già era attivx ad XM per guardare i propri compagni e le proprie compagne, guardare se stessx e reinventarsi in un nuovo involucro, che per un po’ è stata una casa. Allo stesso tempo questa operazione ha dato altrettanta forza a chi non ha avuto modo di approcciare ad XM in Fioravanti di lanciarsi alla scoperta di cosa poteva significare auogestione, partendo dall’inizio, da un posto nuovo, pronto ad essere riempito di idee e iniziative. Se devo cercare un aspetto positivo sicuramente sarebbe questo, anche se rimane molto triste il fatto che serva sempre una catastrofe per farci capire l’importanza di ciò che si poteva avere anche prima della perdita. Mi ricorda un pò “Spero che venga la guerra” dei Wretched, quando dice: “Spero venga la guerra con i suoi orrori e le sue stragi // Solo allora capirai che potevi far qualcosa”.
Ad oggi sono felice di dirvi che XM24 esiste e resiste, il collettivo continua le sue assemblee e qualche attività, tra cui l’organizzazione di diversi tavoli di discussione e lavoro proprio sulla questione della Caserma Sani. Stiamo ancora remando “affichè la nave si schianti sui frangenti”.
 
Quanto deve diventare importante una persona prima che venga considerata assassinata anzichè semplicemente uccisa?
 
La morte è morte, vince e se ne frega, così faccio io.
 
Odi Atez?
 
(haha) Atez è inodiabile. Ci siamo conosciuti al Borda!Fest di quattro anni fa, in cui siamo stati sciaguratamente messi vicini con il banchetto, non mento se dico che è stato uno dei momenti in cui ho riso di più in tutta la mia vita. Qualche tempo dopo lui si è trasferito a Bologna ed è entrato nell’allegra brigata di Olé Festival. Da quel momento non riesco neanche a contare tutti i momenti che abbiamo vissuto insieme, e che continuiamo a vivere. Ultimamente sono stato molto distante da lui come da chiunque altrx, ma Atez, se stai leggendo, ti guardo ancora con gli stessi occhi della prima volta, sono solo diventato un pò più merda. Invidio molto la dedizione che mette dell’essere un muralista così prolifico.
 
Di cosa hai paura?
 
Delle api (ma ci sto lavorando per superarla), delle vespe e degli aerei. Sono insetti troppo imprevedibili, ho paura che sappiano tutto di me.
Per quanto riguarda gli aerei il mio cervello si rifiuta di capire come facciano ad alzarsi da terra, e semplicemente ho paura che si rifiutino di capirlo anche loro quando si raggiunge l’alta quota.
 
Come immagini il tuo operato artistico tra venti anni?
 
Troppo complesso rispondere sinceramente.
Mi immagino tutto pazzo, con un laboratorio/casa simile alla discarica di Guantanamo, pronto a fare una serie di cose sconnesse tra di loro che ad un certo punto funzionano (un altro insegnamento di XM24 che porto nel cuore).
 
Cosa pensi dell’attuale scena d.i.y. in italia?
Parlare di scena DIY in generale è molto difficile.
Per quanto riguarda il DIY legato al mondo dell’illustrazione, stampa, disegno, fumetto ed editoria posso dirmi felicemente stupito dalla rete che si sta creando in questi anni, non sono solito essere ottimista ma devo dire che tutto il proliferare di festival e di rapporti personali che si stanno creando non possono farmi pensare altro che ad un aspettativa molto interessante per l’underground italiano.

inchiostro lisergico

Durante il Borda!Fest 2019 ho conosciuto diverse persone e realtà appena nate o che si sono affacciate da poco alla rete di sottoculture davvero molto interessanti, molto per l’attitudine che li ha spinti ad abbracciare questa scelta (checcè se ne dica DIY non è il primo step da amatore per diventare qualcosa di più, il DIY è una maledetta scelta, e spesso la più difficile) oltre ad una messa in pratica delle idee veramente incredibile (e colgo l’occasione per citare Bile Nera e Anemoia, due progetti interessantissimi portati avanti da dei ragazzi e ragazze meravigliosx).
 
Il mondo DIY però si estende anche all’ambiente musicale a cui sono indissolubilmente collegato, e anche qui penso di riuscire ad esprimermi solo positivamente, guardando agli ultimi anni. Una buona parte delle scoperte in ambito musicale legate a questa scelta d’azione le ho fatte prima grazie ad Atlantide e Iqbal, successivamente a XM24 e infine (per tornare all’attuale) grazie al collettivo Bologna Punx, una realtà importantissima secondo me per il panorama italiano punk e underground in generale.
 
Hai mai rubato un cartello stradale?
 
Certamente, come ogni buon fuori sede a Bologna.
Era un cartello di “svolta a sinistra”, che uso tutt’ora come tavolino, inchiodato sulla seduta di una sedia a cui ho segato lo schienale. Però ora che me lo ricordi devo andare ad inchiodarlo di nuovo, balla troppo.
Ovviamente ora è sommerso da adesivi (compreso il vostro), quindi il fatto che sia un cartello stradale rimane solo un mio ricordo.
 
Tu sei di sangue siciliano, cresciuto a Bolzano e vivi a Bologna… cosa ti hanno dato e cosa ti hanno tolto queste città?
 
Quello che questa mescolanza mi ha dato e quello che mi ha tolto coincide perfettamente.
 
Mi spiego, fin da piccolo sono stato il terrone a Bolzano e il tedesco in Sicilia, Bologna me lo ha fatto capire. Ciò che questo mix di punti geografici mi ha tolto è stato il senso di appartenenza a un territorio, ciò che mi ha regalato è stato il non sentirmi appartenere DA un territorio.
Un pò come Balto, non sono cane e non sono lupo, so solo quello che non sono.
Bologna è stato il momento in cui mi sono accorto dei due estremi, ho incontrato e conosciuto persone esattamente come me (quindi nate in un posto da genitori di un altro) e altre invece incredibilmente legate alle proprie radici (nel senso buono del termine).
Ho capito molte cose, più su di me che sugli altri.
 
I tuoi lavori variano tra serigrafia, acquatinta, incisione su zinco…quale è quello che ti da più soddisfazione e perchè?
 
Tutti mi danno soddisfazione, altrimenti non li farei.
Sono dei mondi a sè stanti, con la fortuna e casualità di girare intorno allo stesso sole, la stampa.
La serigrafia ha il dono di essere facilmente praticabile anche a casa propria, e una grandissima soglia di errore che adoro. Non è inusuale che spesso le persone rimangano più attratte da alcune stampe “errate” (con qualche sbavatura o troppo scariche) con un mio certo stupore, anche se in realtà quando sono io a guardare o voler scegliere di acquistare una serigrafia capita che mi attiri una stampa leggermente differente dal risultato standard.
 
Per quanto riguarda l’incisione il metro di soddisfazione è diametralmente opposto. Non essendo una tecnica di stampa facilmente realizzabile poichè ha un’infinità di passaggi, con un’infinità di possibilità di errori (dovuti da altrettanti migliaia di fattori, carta troppo o poco bagnata, pressione del torchio, quantità di inchiostro, spessore della morsura ecc…)  ciò che mi colpisce e mi soddisfa è la precisione del risultato, ovviamente non voglio dire che un lavoro di incisione deve pretendere un soggetto rigoroso, il soggetto può essere caotico, ma la “magia” sta nel rigore della rappresentazione del caos, una cosa che solo l’incisione può dare.
 
Abbiamo all’attivo due collaborazioni…. te ne penti vero?
 
Mi pento di non essere stato abbastanza persuasivo da non averne già fatta una terza (haha).
 
Come tutti sei anche tu barricato in casa, come la stai vivendo questa situazione? avrà risvolti sulla tua attività artistica?
 
Ci sono due modi per rispondere a questa domanda, e penso che li userò entrambi.
Personalmente la mia routine non è cambiata drasticamente, disegnando sono abituato a passare il tempo in casa da solo, basta la musica, un pacchetto di sigarette pieno e qualche birra in frigo. Collettivamente, invece, penso che cambieranno molte cose in futuro.
Non vorrei sembrare un allarmista depresso, ma è quello che sono, perciò penso che una reclusione forzata in casa come questa sia da affrontare su tre diversi aspetti.
 
Il primo è l’aspetto di un’ emergenza medico-sanitaria e penso che sia necessario un minor contatto, una fase di stallo, nel tentativo di rallentare un contagio dando il tempo ad una soluzione senza intasare gli ospedali, che sono già sull’orlo di un collasso dovuto ad anni di inezia e menefreghismo da parte di uno stato negligente ben prima di una pandemia globale.
 
Il secondo aspetto è politico. Temo che le misure messe in atto dalle istituzioni, se funzionanti, potranno essere mantenute in minima parte per “debellare” (utilizzando termini che non mi appartengono) problemi diversi da un virus. In Cina, che pare vada verso una totale risalita da questa epidemia, sono state mantenute le telecamere di sorveglianza che dovevano essere temporanee e la geolocalizzazione mirata dei diversi individui. Oltre ad una prospettiva lontana dall’essere rosea ma del tutto personale, c’è la questione delle carceri e della classe operaia, non tenuta assolutamente in considerazione dai “padroni” di questo paese, che nel frattempo millantano di una eccellente operazione collaborativa senza precedenti, basata su una collettività che sventola bandiere e canta l’inno nazionale dalle finestre, sinonimo di un successivo mental breakdown generalizzato.
 
Ultimo ma assolutamente non meno importante è l’aspetto e le conseguenze individuali di questa quarantena. Viviamo in una società in cui non si può non prendere in considerazione chi può scoprirsi più mentalmente fragile, non preparato (cosa che non dovrebbe essere pretesa), persone, donne, uomini, bambinx che vedono in casa il loro incubo, fatto di abusi, molestie e violenze. Sono aspetti che dovrebbero essere presi in considerazione.
Non vorrei dire alla gente “ve lo avevamo detto”, ma ve lo avevamo detto. In una (utopica) società auotgestita non sarebbero serviti decreti e leggi restrittive, al loro posto ci sarebbe stato il buon senso e la coscienza collettiva.
Non è un caso che per tutte le realtà autogestite (che francamente, se ne sbattono idealmente dei decreti, nel senso legale del termine) abbiano autonomamente deciso di fermare temporaneamente le proprie attività, a fronte di una epidemia, non di una legge che lo impone.
 
Secondo te esistono satanisti vegani? Se si, con i sacrifici animali come si comportano?
 
Ti assicuro che esistono, ne conosco moltx. Generalmente si sacrificano umani consenzienti, o sacrificabili per un bene comune.
 
Insetto preferito?
 
Il mio fratellino.
 
Se diciamo Vitagrama, cosa ti viene in mente?
 
Mi viene in mente Lucia, Federico, Adriano e le loro brutte facce (haha). Un grande cuore e tanto inchiostro.
 
Facci una domanda
 
Mi aiutate a stampare una quadricromia? Al prossimo festival, se porto una grafica, la stampiamo sui muri della città?
Certo che si, crosseremo tutti gli arcobaleni che appariranno sui muri delle città fino a quando ci sarà il prossimo festival
 
Continua la frase: 10, 100 ……..
 
1000 sbirri morti.
 

Per visionare la collaborazione tra Inchiostro lisergico e Vitagrama segui questi link: Antifa e Corvo

Per contattarlo o vedere i suoi lavori, visita la sua pagina facebook Inchiostro Lisergico